Da molto non scrivevo su Vivere il Monster. Leggo anche poco oramai...
Ma per questa storia, che ho impiegato un pò a scrivere, la sezione Vivere, è proprio la sezione giusta... ed anche la parola giusta.
Di ritorno dal fantastico compleanno nel Veneto, dopo averci dato tanto gas su strade di montagna, così, dal nulla, sulla tanto odiata ma obbligata autostrada... l'incidente che non ti aspetti.
Brevemente vi illustro la dinamica, visto che non è il fulcro di questa storia.
Zaino legato sul codone del 1098 con il ragno. Sara dà una bella aperta per allontanare la noia (chi di noi non l'ha mai fatto), si mette in carena, il flusso d'aria scende dietro la sua schiena e si infrange sullo zaino. Lo zaino non si stacca completamente ma rimane aggrappato parzialmente al ragno che lo proietta tra ruota e forcellone. Ruota inchiodata oltre i 230, 3-4 sbacchettate a destra e sinistra con gran fumata bianca di inchiodata della gomma.
Dopo tentativi di tenerla, scoppia la gomma e via per aria.
Io ero dietro che assistevo inerme ed atterrito alla scena. Ho solo potuto scansarla con la mia moto e correre verso di lei, pregando.
Si è materializzato l'incubo di ogni motociclista che condivide la propria passione con la/il propria compagna motociclista. Tutti mi dicono sempre "non sai quanto sei fortunato ad andare in moto con tua moglie...ed anche avere due moto a disposizione". Vero. Ma vi assicuro che quando non la vedi arrivare dopo due curve e passano i minuti, ti si gela il sangue ogni volta...figuriamoci se la vedi volare così davanti ai tuoi occhi, a quella velocità.
Siamo stati graziati.
Ed ora le considerazioni che sono il motivo di questo mio scritto.
In questo incredibile e brutto evento, siamo stati protetti.
Siamo stati protetti dalle protezioni fisiche indossate da Sara che erano:
* tuta intera Dainese con gobba e slide sulle spalle= tuta consumata ma non strappata, nonostrante le 5-6 rotolate sull'asfalto. Slide in titanio bruciata ma...nessun danno fisico
* casco Arai = strisciato e sbattuto a terra, nessuna crepa e visiera non rotta...nessun danno fisico
* stivali Puma/Ducati turistici = senza protezioni ne rinforzi ne slide...piede lussato
* guanti Spyke semi turistici = senza slide e protezioni dure, strappi ovunque ed una sola striscetta di velcro di chiusura...guanto sinistro sfilato e mano completamente abrasa sull'asfalto.
* paraschiena sottotuta = neppur un graffio
Cosa ne deduco? Che la qualità costa di più ma ti ripaga!
Ma protezioni "fisiche" anche perché stati protetti dalla preparazione fisica di Sara e dalla sua capacità di tentare di tenere la moto (e quindi rallentarla un minimo) e cadere:
si è chiusa su se stessa rotolando 5-6 in maniera composta = tuta consumata solo sul retro, davanti immacolata.
Siamo stati protetti dal Signore (poi ognuno lo chiami come vuole... anche fato) perché Sara non ha impattato contro nulla, nè il guardrail, nè la sua moto, nè un auto, nè alcuno di noi dietro, ed è caduta bene nonostante l'altissima velocità e la dinamica assurda ed imprevista.
In questi casi, la differenza tra la vita e la morte è proprio l'impatto o meno contro qualcosa, come i guardrail assassini che troppe vittime hanno fatto anche tra amici miei personali del DMC e che sono sicuro che da lassù ci proteggono.
E siamo stati protetti dagli amici, soci del DMC, angeli in terra. Alcuni di loro li conoscevamo bene, altri poco, altri per niente. Ma tutti si sono prodigati per aiutarci e starci vicini in ogni maniera possibile sia pratica che morale.
Dai compagni di viaggio Romani-Marchigiani-Umbri: i romani, grandi compagni di viaggio, Michi&Marty con il primo soccorso e supporto che si sono occupati della moto e della polizia. Hanno recuperato la moto dall'ACI, l'hanno caricata sul furgone di Michele e Silvia e lasciata al sicuro da Stefano Desmosetta fino al nostro rientro. Mi hanno permesso di concentrarmi su Sara e non pensare a null'altro. Fantastici!
Ai nuovi amici Veneti: Cristina Principessa Spugna che mi ha offerto supporto ed ospitalità ed è venuta tutti i giorni a trovare Sara in ospedale portandole l'occorrente ed anche il superfluo (la conosce quindi dolcetti e schifezze!), oltre che scorazzarmi tra polizia, consegna moto, accompagnarci in stazione etc. E poi Massimo Cikutas e sua moglie Gabriella, che non solo ci hanno offerto ospitalità e sono venuti a trovarci ma hanno anche preso in consegna la mia moto e portata in furgone a Roma!! (grazie anche a Marco, socio di Massimo per questo).
Il tutto poi dopo mesi di sbattimenti e 3 giorni di fuoco per organizzare e gestire il raduno del compleanno con tutto lo stress che ne consegue! Fantastici!
Per non parlare di tutti coloro che ci hanno mandato mess, telefonate, chat e ci sono venuti a trovare a Roma!
Siete tra i ricordi più belli di quel fine settimana...sarete sempre nel nostro cuore.
Insomma, per me questa è l'occasione per raccontare la vicenda e anche per ringraziare pubblicamente chi ci ha aiutato, ma è anche l'occasione per lanciare uno spunto di riflessione (vi assicuro che noi ci abbiamo riflettuto molto) per tutti gli amici motociclisti ed appassionati di moto come noi: mai dare tutto per scontato, mai abbassare la guardia e sempre affidarsi alle giuste protezioni (fisiche, umane e divine), perchè le protezioni sono importanti.
Ci vediamo presto in strada perché Sara non vede l'ora di rimontare in sella, sempre più forte ma con la consapevolezza di dover sempre ringraziare per quello che abbiamo.
FabrizioP